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PENSAVO A UN FUTURO MIGLIORE
(27/12/2013)
Mi accoglie di fronte ad un buon tè un immigrato regolare, laurea in musica e da 13 anni nel
nostro paese.
"Perché è venuto in Italia?"
"Pensavo di costruirmi un futuro migliore".
"Differenze tra 13 anni fa e oggi?"
"Prima era meglio di oggi, io facevo l'insegnante di musica al mio paese, oggi in Italia faccio
solo lavori umili, non sfrutto conoscenze e mantengo l'onestà, non ho trovato lavori migliori,
perché l'onestà in Italia non ha posto nel mio campo, quello del lavoro delle cooperative, la
corruzione è dappertutto".
"Se non fosse onesto..."
"Se non fossi onesto avrei trovato tante cose e un futuro migliore economicamente".
"Chi non è onesto, la gente comune o il potere?"
"Il potere. Se non paghi una percentuale nel campo delle pulizie, dei traslochi, se non
corrompi, il lavoro non lo trovi. E i poveri operai sono sfruttati nelle cooperative stesse".
"Ma non sono cooperative private?"
"Hanno gli appalti dalle strutture dello stato, ci sono denunce nei confronti delle cooperative
per il mancato pagamento degli operai, ho dei colleghi da 3 mesi senza un soldo".
"Una collusione tra privato e stato?"
"Gli operai hanno denunciato le cooperative, ma lo stato non ha fatto nulla. Anche perché le
denunce servono a poco contro le cooperative di comodo, cambiano nome, si ingegnano per
finire in fallimento per non pagare. Le cooperative prendono i soldi degli appalti o ottengono i
subappalti che devono pagare ai più grandi".
"La corruzione... come?"
"Lo stato dà un appalto, come mai sempre gli stessi ottengono gli appalti grossi? Certo ci sono
le gare, ma per vincere le gare è una scala, una cooperativa deve corrompere quella più in
alto. Lo stato sa e non fa niente e questo mi convince che è coinvolto".
"Quando se ne è accorto?"
"Prima lavoravo in famiglia, ho cambiato posto nel 2010 e negli ultimi tre anni ho scoperto
questa realtà. In famiglia non mi chiedevo cosa succedeva e certo non mi sfruttavano, fino a
tre anni fa lavoravo perfettamente in regola, adesso spesso è il sommerso".
"Tre anni fa è iniziata la crisi..."
"Sì, me ne sono accorto dai contratti di lavoro, ci sono delle condizioni e ti obbligano a stare
zitto e, se non accetti, ti dicono che ce ne sono migliaia pronti".
"Migliaia perché c'è poco lavoro?"
"Il lavoro non c'è, non è che ce n'è poco".
"Volendo cambiare settore?"
"Non trovo lavoro, ho provato tante volte, nelle aziende la risposta è che non hanno bisogno.
Per lavori di tre ore alla settimana, adesso c'è una fila di 300 persone".