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ERANO PERSONE NORMALI
(06/12/2013)
Li incontro alla fermata del tram, quattro generazioni, chiedo curioso e mi rispondono, :"ci
hanno invitati alla comunità ebraica, per un riconoscimento ai nostri nonni, non sapevamo
nulla, erano persone normali". Ecco cosa mi ha raccontato alcuni giorni dopo la signora
Mazzanti.
"Di colpo qualcosa di inatteso..."
"Sì, abbiamo saputo all'improvviso che i nostri nonni avevano salvato la vita a due bambini
ebrei durante le persecuzioni. Lo abbiamo saputo dalle testimonianze di questi bambini
divenuti ormai adulti, i nostri nonni li accompagnarono in quel dicembre del 1943 verso la
salvezza. Le loro famiglie erano originarie di Fiume, si erano trasferite a Firenze pensando che
ci fosse più sicurezza, fino a che il primo dicembre del 1943 fu emessa una legge secondo la
quale tutti gli ebrei dovevano essere condotti nei campi di concentramento".
"Come agirono i vostri nonni?"
"Si resero conto del pericolo e ne informarono le famiglie che affidarono loro i due figli, di otto
e cinque anni, e i miei nonni li accompagnarono di notte su un treno oscurato a Milano dove li
consegnarono ad una famiglia che portò i due piccoli in un luogo sicuro e ne prese la cura, li
accudirono insieme ai loro figli, come fossero i propri".
"Sono gesti eroici..."
"Certo attraversare il paese in un treno oscurato con i due bambini comportava dei rischi,
eppure fu un gesto piccolo, niente di eroico, semplicemente umano, erano due persone
normali, due credenti cattolici che consideravano che aiutare il prossimo fosse giusto, avendo
essi stessi dei figli. Con un gesto semplice, hanno salvato delle vite".
"E la comunità ebraica vi ha onorati ... "
"Siamo rimasti così colpiti dalla gratitudine della comunità ebraica per noi che siamo solo i
discendenti, ci hanno detto che ormai facciamo parte del popolo ebraico e ci hanno consegnato
una medaglia e attestati di riconoscimento. Persone che non ci hanno mai visto ci hanno
riservato un atteggiamento di vicinanza".
"Che reazione avete avuto al momento della consegna dei riconoscimenti per i vostri nonni
come 'Giusti tra le nazioni'?"
"Mio fratello ha fatto osservare che a volte basta dire 'no grazie' di fronte all'orrore, non c'è
bisogno di aspettare per reagire alla barbarie, anche in maniera sommessa".
"Come si chiamavano i vostri nonni?"
"Armando e Rachele Mazzanti".
"Non vi avevano mai detto nulla ?"
"Non sapevamo nulla, sono stati i testimoni a riportare quanto i nonni avevano fatto, non ne
avevano mai parlato, come fosse una cosa senza importanza e normale. Avevano rischiato la
loro vita e salvato due vite, erano persone miti e le loro azioni erano fuori dalla legge, hanno
sentito che la legge era ingiusta, è stato un atto di ribellione concreto".
"C'erano le diverse generazioni della vostra famiglia in occasione del riconoscimento ..."
"Noi nipoti eravamo commossi e orgogliosi, i nostri figli, nati negli anni ottanta, erano
stupefatti dall'importanza del riconoscimento. E poi la piccola della quinta generazione, figlia di
mia figlia, otto anni, le è stato raccontato tutto come si fa ad una bambina, anche se penso
che si dovrebbe avere il coraggio di raccontare anche di più".