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"La sua reazione?"
"Era interessata agli aneddoti sui due bambini in cui si identificava, faceva domande su come
vivevano nel luogo in cui erano stati portati in sicurezza, come giocavano con gli altri bambini
della famiglia che li custodiva".
"Quale pensa sia il messaggio da trasmettere?"
"Che ci si può sempre assumere in prima persona la responsabilità e questo in generale, senza
nascondersi dietro la massa o per paura".
"Ritiene sufficiente l'informazione odierna su quegli anni?"
"Nei giovani di oggi è troppo poca, spesso è come se si desse per scontato quanto accaduto,
magari solo una pagina buia che non tornerà e da queste condizioni si insinuano tutte quelle
scorciatoie che si trasformano in pregiudizi in generale sugli ebrei, a volte paiono solo battute,
ma se non si racconta, a poco a poco possono essere il terreno in cui si inizia a dare per
scontato che forse gli ebrei avevano qualcosa da farsi rimproverare e altre assurdità".
"Dunque le conseguenze del non raccontare sono pericolose ..."
"Dobbiamo ricordarci che parliamo di esseri umani, erano famiglie che stavano nelle loro case
e in una notte dovevano partire verso luoghi inconcepibili quali i campi di concentramento.
Abbiamo visto anche in tempi recenti, negli anni novanta nell'ex Jugoslavia a Sarajevo terribili
atti di sterminio e di pulizia etnica, se non si parla dell'orrore del passato e non se ne
comprende la portata, si diventa indifferenti poi a quanto avviene anche nel presente".
"L'indifferenza come abitudine?"
"Ma è possibile che la mente umana abbia potuto concepire luoghi come i campi di
concentramento e di sterminio? Ci si abitua perché si pensa sempre a qualcosa di lontano,
pensiamo all'indifferenza verso gli stermini avvenuti in tempi recenti in Africa, paiono sempre
cose che non ci riguardano".
"Suggerimenti?"
"Raccontare anche ai bambini perché sono più ricettivi, hanno le orecchie pulite, i giovani sono
in parte già assuefatti, purtroppo".
"La Storia maestra di comportamenti?"
"Nella società ci deve essere il valore della responsabilità individuale, in Italia non c'è in tutti
sfortunatamente. Un senso di responsabilità individuale dai piccoli comportamenti civici, dai
rifiuti al rispetto delle strisce pedonali al paesaggio, responsabilità e comportamenti basilari
che denotano la comprensione del significato della cosa pubblica, da noi accade che la cosa
pubblica non sia considerata propria, ma di uno stato o di altra entità in cui non ci si riconosce.
Così si crea un paese, nei piccoli gesti bisogna essere coerenti ed avere dei valori, come hanno
dimostrato i miei nonni".