53
I FORZIERI CON LE CAMBIALI
(11/01/2014)
Pausa pranzo durante un viaggio di lavoro, incontro la direttrice di una filiale di una importante
banca nazionale.
“Siete gli occhi, le orecchie, i sensi del paese. Cosa avvertite?”
“Delusione, dai due lati, creditizio e del cliente. Una delusione che crea molta tristezza. Ero
arrabbiata, almeno la rabbia porta alla reazione. La delusione porta alla rassegnazione e mi fa
paura”.
“C’è coscienza diffusa di quanto sta accadendo?”
“No, non si è presa coscienza nella gran parte della popolazione, molti sono ciechi o non
vogliono vedere”.
“Come sta evolvendo la crisi?”
“Chi lavora nel mio comparto può raccontarvi come stiano arrivando gli addebiti di carte di
credito e dei mutui, ebbene, la maggior parte dei debitori non li copriranno”.
“Perché?”
“Perché ci sono stati Natale e le feste con la gente ancora convinta di poter o dover fare i
regali, di andare in vacanza, ormai una vita sul filo del rasoio, anziché fare il punto e capire
cosa accade e perché”.
“Cosa devono capire?”
“La cosa importante : ’ti stanno affamando’.
Storicamente mi viene in mente la situazione sotto gli spagnoli ai tempi di Masaniello, c’erano
le tre 'effe', ‘la festa che ti occupa la testa, la farina, poca, e la forca, se non fai cosa ti diciamo
di fare’. Per come la vedo io non ci stiamo distanziando da quell'epoca. I politici ci abbagliano
con luci natalizie per poi impiccarci”.
“Letteralmente? E non c’è consapevolezza?”
“C’è la piccola parte che ha aperto gli occhi e chiede : che si fa? La risposta è : bisogna agire”.
“Le banche?”
“Sul territorio la banca cerca di dare una mano, per la semplice ragione che le aziende sono il
pane per la banca”.
“Trovate difficoltà esterne?”
“La banca è messa alle corde da un mostro creato dalla debolezza dei politici, mi riferisco alle
regole della banca centrale europea, diktat tali sul rating delle imprese che ci sono quelle che
se lo ritrovano basso anche per limitati ritardi di pagamento da parte dei loro clienti, si
ritrovano 'la lettera scarlatta' che è il rating. Prima potevamo guardare alla qualità delle
persone e delle società, adesso non si può più. Siamo soldatini omologati, questo porta allo
schiacciamento dell’individualità, dobbiamo attenerci a freddi numeri. Non si può più credere,
riporre fiducia, noi cerchiamo comunque di farlo per quanto possibile, per superare questo
momento causato da altri”.
“Ci sono anche altri responsabili?”
“Sì, ci sono clienti importanti che hanno presentato richiesta e ottenuto prestiti e poi non li
hanno restituiti, li hanno mandati altrove e hanno dichiarato fallimento e non direi proprio che
tutto questo sia giustificato dalle tasse alte. La conseguenza è che così la banca non ha da
prestare fondi a chi ha veramente bisogno”.