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E’ ORA DI CAMBIARE
(12/01/2014)
Esperta italiana di web-marketing, da due anni a Londra, la incontro davanti ad una ottima
cioccolata calda con panna durante una sua breve visita alla famiglia in Italia.
“Bello tornare?”
“Bellissimo tornare, ma solo per la famiglia e per turismo, l’Italia è uno dei paesi più belli per le
vacanze, ma non per viverci”
“Differenze dall’ultima volta?”
“Tutti si lamentano, ci sono più italiani che chiedono elemosina, la città di notte è più vuota,
molti negozi chiusi”.
“Lei se ne è andata due anni fa, perché?”
“Stavo studiando già a Londra e mi rendevo conto che là è diverso il modo di vedere le
opportunità. In Italia mi trovavo generalmente in situazioni in cui prima di tutto si chiedono
come possono sfruttarti, anche a livello di idee e conoscenze. All'estero vedono come puoi
essere utile sia per te stessa che per l’azienda e fanno il possibile di modo che tu continui a
dare il meglio di te per un beneficio mutuo. Vale anche per gli stage, in Inghilterra ti possono
pagare poco all’inizio ma faranno poi in modo che le promesse di miglioramento siano
mantenute. In Italia vedono solo fino a dove possono tirare la corda, ti danno il minimo
indispensabile e non c'è l’idea di fare crescere sia la persona che l'azienda”.
“Ha trovato quindi meno difficoltà a Londra per trovare lavoro?”
“Il bello a Londra è che non contano i dati personali, è vietato per legge, mentre in Italia già se
sei donna...”
“Stendiamo un velo pietoso su questo … c’è più o meno sicurezza per il posto di lavoro?”
“A Londra sei meno tutelato che in Italia ma il mercato del lavoro è più attivo, offre più
possibilità, più merito, se sei bravo. Le conoscenze servono ma non sono essenziali”.
“Ci sono molti italiani?”
“E’ pieno, il problema è che non partono preparati, pensano che in Inghilterra avranno
automaticamente lavoro, partono con dei sogni e poi devono tornare a casa. Prima di tutto in
Inghilterra conoscere l’inglese è necessario anche per il lavoro più umile, poi il costo della vita
è sicuramente più alto e c'è tanta concorrenza, soprattutto nel campo gettonato della
ristorazione. Oltre alla conoscenza della lingua, bisogna avere idee, scommettere su sé stessi e
invece magari finisce che cadono preda di truffe da parte di altri italiani”.
“Eppure sembra che in Italia si stia tanto male da desiderare di andare in Inghilterra anche per
lavare i piatti …”
“Sì, è vero, ma non è la soluzione, anche se è una esperienza di vita interessante”.
“Quindi piuttosto chi vuole andarsene deve pensare a cambiare le cose in Italia?”
“Sì, o quantomeno essere preparato per l’estero, ci sono più opportunità se sai la lingua, se sai
capire cosa sai fare e verificare se è richiesto, altrimenti è un miraggio, non è un futuro
sicuro”.
“Cosa manca in Italia, una coscienza collettiva?”
“Sicuramente e poi i politici non si chiedono che se giovani se ne vanno, chi pagherà le
pensioni e i costi del paese”.