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IL DOMANI CHE NON C’E’
(12/11/2013)
Un negozio nella zona storica della città, la titolare mi accoglie all'alba.
“E' l'alba, il suo negozio apre alle 9 …”
“Be’, io lavoro a casa dalle 6 e 30, poi vengo in negozio e preparo l'apertura, nell’intervallo
riordino o vado dai grossisti e poi riapro fino alle 19 e 30 e poi di nuovo al lavoro a casa.
Sabato lavoro e domenica metto a posto la cassa e la contabilità e altre cose che a negozio
aperto non si riescono a fare”.
“Da quanti anni è qui?”
“Sono 47 anni il 27 settembre scorso, assente solo per due mesi in maternità e otto giorni a
casa malata, stavo malissimo ma ero qui e quello che era allora il mio principale mi ha detto
:’se non vai a casa, ti obbligo e comunque l’assenza te la retribuisco io’”.
“Tempi in cui c’era il piacere di lavorare …”
“Quando lavoravo per il proprietario precedente, mi fermavo anche di nascosto per mettere a
posto. Da una quindicina di anni ho rilevato il negozio, i proprietari sono andati in pensione e
grazie al lavoro dipendente dei primi anni mi ritrovo anche io con una pensione di 800 euro,
avendo pagato tutti contributi”.
“Ha visto svilupparsi la storia della nostra economia, cosa è cambiato con il tempo?”
“Al giorno d’oggi è cambiato il rapporto con il cliente, la gente non si fida, probabilmente è uno
sviluppo iniziato cinque anni fa con la campagna ‘commerciante ladro’, e pensare che da un
anno i clienti non vogliono lo scontrino ...”
“In precedenza come si lavorava?”
“Si lavorava bene, si guadagnava, il cliente era soddisfatto perché aveva soldi da spendere e
non c'era la politica onnipresente. Quando ho rilevato il negozio e ho continuato l’attività, ho
vissuto la paura della gente degli anni attorno al novanta, le persone avevano più paura,
soprattutto paura della guerra, le persone anziane, facevano scorte di tutto, avendola vissuta
la guerra, compravano nastro adesivo come copertura contro le bombe nucleari, comunque
anche ai quei tempi si lavorava.
Poi è arrivato l’euro e, pur continuando a lavorare abbastanza bene, mi sono accorta di una
cosa curiosa, che la gente non si rendeva conto della conversione dalla lira e comprava il
doppio perché il prezzo sembrava minore, non aveva capito l'euro”.
“E poi la crisi attuale …”
“Il mio negozio vende prodotti di uso quotidiano, dunque lavoro ancora, ma adesso sono
comuni le lamentele, ti dicono che il prodotto è caro, mi chiedono di non fare lo scontrino e di
fare piuttosto lo sconto, ovviamente rifiuto, ma tutto questo indica difficoltà economica”.
“Prospettive?”
“La mia generazione ancora si salva ma quella successiva non trova lavoro e i genitori usano i
loro risparmi per mantenerla. Non c'è lavoro, i figli sono tutti in difficoltà, direi che solo il dieci
percento ce la fa, per fortuna loro”.
“Testimonianze dirette?”
“Una laureata, si presenta ad una azienda e le rispondono : ‘non ti prendiamo’, assumere una
laureata significa doverle riconoscere uno stipendio più alto. Cambia il curriculum e toglie la
laurea, quando se ne sono accorti, l'hanno licenziata e adesso fa i mestieri o la baby sitter o le
torte, cose che non potrebbe fare perché non ha la partita iva”.