La forza della voce - page 13

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UNA MAMMA CHE LAVORA
(06/11/2013)
Italia 2013, in un ufficio, la voce di una segretaria d’azienda e madre di famiglia.
“Si parla con insistenza di crisi economica... che succede?”
“Sì, non ci sono più soldi. Bisogna stare attenti a cosa si spende, una volta andavi e compravi
un paio di scarpe senza pensarci e oggi invece ci sono cose primarie e si deve far quadrare il
bilancio famigliare con le varie spese. Ti dicono : “fai figli”, ma di aiuti non te ne danno. I
prezzi sono aumentati, una volta con cinquanta euro prendevi tanti prodotti, ma adesso non si
compra più niente. Senza contare luce e gas e utenze varie che nell'ultimo periodo sono
aumentate. Sto attenta anche a quando fare andare la lavatrice per non avere le batoste delle
bollette, cosa che prima non si stava a guardare”.
“Dal punto di vista delle sensazioni sul lavoro in azienda?”
“Una volta i clienti ordinavano per tenere in casa la merce, oggi ordinano sul venduto e non
tengono magazzino. C'è una diminuzione del giro di lavoro per mancanza di soldi ed è un
serpente che si mangia la coda”.
“Dal punto di vista di una donna che lavora, quali sono le questioni fondamentali? La società, il
sistema, sono accoglienti e rispettose di tale condizione?”
“No. Per esempio il fatto dei parcheggi che hanno tolto, per piacere a chi non si sa, per andare
a lavorare adesso si dovrebbe pagare il parcheggio che una volta era libero. Pagare per andare
a lavorare! Sulla pelle nostra di lavoratori qualcuno si fa i soldi. E poi le aree di divieto, ma
allora perché pago il bollo, l'assicurazione, se non mi permettono di usare la macchina?”.
“Perché non prende i mezzi pubblici, dice il potere...”
“La mia giornata tipo, abitando anche fuori città e quindi i mezzi non ci sono : portare tre figli a
scuola, andare al lavoro, c'è la giornata che ti va bene e devi solo andare a riprenderli a scuola
dopo il lavoro, la giornata in cui hanno lo sport, o qualsiasi cosa, dentista, visite mediche, feste
con gli amici, riunioni scolastiche, tutto quello che insomma ci impegna come genitori. Come
faccio a far quadrare gli orari, ammesso che i mezzi passino di continuo, cosa che non è, come
faccio a dividermi?
E poi non dimentichiamo che per la donna la giornata non finisce qui, arrivi a casa, metti a
posto, fai da mangiare e i lavori che una mamma fa. Tutto questo considerato, la somma delle
ore di una giornata non basterebbe se dovessi prendere i mezzi pubblici, anziché l'auto”.
“Ma quelli che hanno pensato a tutto questo, si sono mai chiesti cosa sia la giornata di una
donna che lavora?”
“No certo, avranno le auto blu, l'autista, le governanti e non hanno problemi di dover pensare
alle normali cose della vita, lavoro e famiglia”.
“La proposta ?”
“Per chi lavora, i parcheggi devono essere liberi, lavorare è un diritto e non deve essere
sanzionato”.
“Gran parte dell'impegno è la scuola per i figli, funziona come si deve?”
“Una cosa fondamentale per me : all'atto del passaggio dalle medie alle superiori, non capisco
come possano ritenere che in generale i ragazzi siano in grado a tredici anni decidere del loro
futuro, facciamo fatica noi adulti a prendere decisioni! Secondo me devono portare le medie a
cinque anni e poi chi effettivamente è portato per lo studio, continuerà con il liceo, ma per chi
non ha voglia di studiare, bastano i cinque anni delle medie per la cultura generale. A sedici
anni, con le idee più chiare, i ragazzi sapranno se sono portati per lo studio e scegliere se
continuare i vari licei oppure se semplicemente seguire due anni di insegnamento di un lavoro
pratico”.
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