La forza della voce - page 8

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37 ANNI BASTANO ?
(24/10/2013)
Il parrucchiere per signora più elegante, famoso e apprezzato del quartiere, meno rispetto al
passato le clienti sedute nel salone, il titolare è contento di poter raccontare quanto accade.
“Da quanti anni siete qui?”
“Dal 1976, 37 anni”
“E' cambiato qualcosa nel corso di questi ultimi tempi?”
“Avevamo 15 collaboratori fino a dieci anni fa, poco a poco ci siamo ridotti a sei.
Tre o quattro anni fa hanno rivalutato gli stipendi base, in corrispondenza dell’inizio della
carenza di lavoro per la mancanza di denaro circolante e con una incidenza fiscale in crescita.
Soprattutto l’ iva ci ammazza, per quale motivo ci deve essere l’iva su lavoro di artigianato, su
un incasso di lavoro manuale e di intelletto? Non viene prodotto un bene, è un lavoro artistico.
Senza parlare del cuneo fiscale che è ormai uguale allo stipendio”.
“La vostra clientela?”
“Abbiamo una clientela medio alta, non so se l’apertura a tappeto di negozi senza abilitazione e
senza verifica ci abbia danneggiati. Il problema sono le spese : l’obbligo del commercialista,
dell’esperto per le paghe, la legge 626 assurda con i corsi antincendio, primo soccorso, il
medico, insomma tutte spese in evoluzione. Di contro non ho aumento di lavoro. Se vado
male, lo stato certo non interviene, ma mi dice ‘arrangiati’”
“Gli studi di settore per la vostra categoria?”
.
Gli studi di settore!, chi è incaricato ad idearli dovrebbe essere un parrucchiere qualificato!
Sono stati ritoccati giù due o tre volte perché chi si inventava le percentuali di incasso era
all'oscuro della realtà della categoria e sono sempre sbagliati, anche dopo essere stati ritoccati.
Luce, gas, numero di dipendenti, quantità di prodotti, da 4 o 5 elementi viene determinato
d’ufficio quello che dovrei incassare. Un addetto deve far incassare obbligatoriamente una cifra
che decidono loro, ma non c'è collegamento razionale! Tanta gente oggi sta in piedi solo
toccando i risparmi. Sono ormai 5 anni che sono sempre ai limiti del fido, non era mai stato
così, cala il lavoro e aumentano le spese”.
“Rimane qualcosa?”
“Considerando l’investimento a inizio anno, non solo lo si perde, ma ci si paga anche sopra. Il
lavoro non è più remunerativo. Vengo in negozio a lavorare per coprire le spese e le tasse, non
per guadagnare. Lavoro per coprire i debiti. I miei dipendenti guadagnano più di me
senz'altro”.
“C’è un riscontro da parte di politici o di amministratori? Si sono mai fatti vedere ?”
“No.
Ho fatto una domanda al comune per poter mettere all’ingresso un gradino per aiutare
l’accesso ai clienti in difficoltà : la risposta è stata no. L'ho fatto lo stesso sfidando una multa,
per la sicurezza dei miei clienti, l'ho messo mobile. A chi ci amministra non gliene importa
niente”.
“Proposte?”
“Avere più tranquillità ed essere messo in condizioni di avere lavoro. Oggi le possibilità
economiche non ci sono, le risorse vengono sottratte a monte”.
“Prospettive?”
“Rimango aperto solo per definire le pendenze con lo stato, ho chiesto una dilazione per il
pagamento dell’iva, non mi è successo in oltre 30 anni, io chiuderei e partirei, ma non posso,
per i dipendenti e perché devo pagare il debito con lo stato”.
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