 
          Un amour de pochette
        
        
          L’amour fait rire
        
        
          Il fait souffrir...
        
        
          Il t’a fait mourir
        
        
          Comme il te manque
        
        
          Tu es malade
        
        
          Tu sens un trou
        
        
          Dès que tu as tardé
        
        
          Au rendez-vous…
        
        
          … era seduta da sola a far colazione nel
        
        
          café della Rive Gauche, la pioggia rigava la vetrata di un giorno in bianco e nero. Dall’impianto
        
        
          stereo del locale usciva roca la voce del cantante, quelle parole che parevano la fotografia di
        
        
          quanto le era accaduto, “proprio quello che mi ci voleva”, mormorò, spezzando con le dita nervose
        
        
          la brioche, le briciole si sparsero sulla gonna del tailleur elegante, la borsetta cadde sul pavimento.
        
        
          “Lasci che l’aiuti”, una mano l’aveva raccolta e gliela porgeva. Quella voce. Il cuore prese a
        
        
          batterle nel petto, togliendole il fiato, “il treno non arrivava..”, sussurrò senza alzare gli occhi, il
        
        
          volto bagnato di lacrime.
        
        
          “Non importa, ti avrei aspettata per l’eternità”, rispose l’uomo.
        
        
          
            Nostalgie, un amour de pochette…